Svezia centrale, contea del Värmland, cittadina di Uvanå. Pär e Bodil Sanner stanno facendo colazione con loro figlia, Alva. È mattino presto, ma non importa: da due giorni è iniziata la caccia delle alci. Bodil rimarrà a casa, Alva, incredibilmente, ha deciso di fare compagnia a suo padre Pär. Il ritrovo è uno spiazzo dietro il capanno della macellazione della carne, sul limitare del lago. Pär ed Alva sono gli ultimi ad arrivare: Petra, Frans, Femke, Janke, Ulf, Oliver, Janet, Klas, Peo, Ernst, Henrik e Waldemar sono già lì: finalmente la squadra di caccia è al completo, si può partire. Tutti raggiungono i rispettivi appostamenti, estratti a sorte. Pochi minuti dopo si sente uno sparo: un’alce è stata abbattuta, il cacciatore si fa riconoscere tramite radio e riceve i complimenti da parte degli altri. Lo stesso copione si ripresenta dopo un quarto d’ora, con una lieve eccezione: questa volta nessun alce abbattuta, né l’autore dello sparo si identifica, malgrado le domande dei suoi compagni. Qualche ora più tardi sono tutti dove si sono ritrovati la mattina. Tutti, tranne Pär ed Alva. Nessuno ammette di aver sparato, anzi qualcuno sostiene anche di non aver sentito il secondo sparo. Altri ancora pensando che il secondo sparo abbia avuto un suono diverso. Pär ed Alva, tuttavia, continuano a non tornare, né rispondono al cellulare. La loro macchina è all’inizio del sentiero per il quale la mattina si sono inoltrati nei boschi. I compagni si addentrano nei boschi per andarli a cercare, raggiungendo l’appostamento 224, quello di Pär ed Alva. Pär è a terra, morto, con la faccia sfigurata da uno sparo. Di Alva, invece, nessuna traccia…
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